Voce fuori dal coro? Serve. Sempre.

avvenire-articolo-anzani-9-1-15Volevo starmene buono buono, zitto zitto…

Ma non posso tacere – d’altronde è con la parola che mi guadagno da vivere.

Non voglio ripetere parole scontate, rese banali da troppa semplificazione e poco approfondimento, che mi stanno un po’ stancando.

Poi ho letto un articolo di Avvenire che esprime una posizione nella quale mi ritrovo, e ho deciso di uscire dal silenzio del coro cantante.

Lo linko qui per non disperdelo: è apparso sull’edizione del 9 gennaio 2015 a firma di Giuseppe Anzani.

Due passi dall’articolo, giusto per invitarvi a leggerlo.

Le parole di rivolta possono diventare vane se non si comprende la ragione dell’accaduto e se si sbaglia, adesso, il da farsi.

e ancora

Un cordoglio che sembra un grido di battaglia contro il sacrilegio inverso commesso dagli assassini per spezzare «le matite» della libertà. Anche questa sembra una sigla sacra, un rito pieno di dogmi, il timbro della civiltà dei lumi violata dai barbari. Per questo non serve e basta a superare lo schema ostile frontale.

Ci vuole anche qualche voce “contraria” per capire la complessità di quello che accade e non ridurre la realtà per costringerla dentro schemi troppo stretti.

Grazie Dott. Anzani (magistrato, giurista, …)  e grazie Avvenire per l’onestà intellettuale e sentimentale che ci proponete.

Mario

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